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Appuntamenti del 06/04/15

COMUNICAZIONI
 Altri corsi del mese
Genova 2011REG0004L
CORSO DI PRIMA FORMAZIONE PER AGENTI DI POLIZIA LOCALE CAT. C
  07/03/2011 Ruolo dell'agente di PM, etica e deontologia professionale
  07/03/2011 Esercitazioni formali - stile di lavoro nella comunità e cerimoniale
  07/03/2011 L'organizzazione e il funzionamento del Comando di PM
  08/03/2011 Etica professionale
  08/03/2011 Esercitazioni formali - stile di lavoro nella comunità e cerimoniale
  09/03/2011 Comunicazione interpersonale e gestione dei conflitti
  09/03/2011 Comunicazione interpersonale e gestione dei conflitti
  09/03/2011 Comunicazione interpersonale e gestione dei conflitti
  10/03/2011 Socializzazione gruppo
  10/03/2011 Comunicazione interpersonale e gestione dei conflitti
  10/03/2011 Comunicazione interpersonale e gestione dei conflitti
  11/03/2011 Comunicazione interpersonale e gestione dei conflitti
  11/03/2011 Comunicazione interpersonale e gestione dei conflitti
  11/03/2011 Comunicazione interpersonale e gestione dei conflitti
  11/03/2011 Comunicazione interpersonale e gestione dei conflitti
  14/03/2011 Politiche di sicurezza
  21/03/2011 STAGE 1 GIORNATA - politiche della sicurezza > 6h presso Comando PM
  22/03/2011 Politiche di sicurezza
  23/03/2011 Il potere prescrittivo, regolamentare e sanzionatorio del comune
  28/03/2011 Ruolo e organizzazione del comune
  29/03/2011 Ordinamento, ruolo e funzioni della polizia locale
Genova SEM. CONFLITTI URBANI
SEMINARIO MEDIAZIONE COMUNITARIA DEI CONFLITTI URBANI
  29/03/2011 Pensare, progettare e formare alla mediazione oggi, si presenta come un passaggio sempre più indispensabile. Sappiamo che le parole hanno un ruolo determinante nella rappresentazione della realtà e, quindi, di noi stessi. La mediazione è una tecnica così antica che su di essa convergono, spesso erroneamente, molteplici significati interpretativi. Si ritiene importante in questa sede sottolineare che le manifestazioni del conflitto sociale non sono mai una “questione privata”, ma un’espressione che coinvolge tutti e non solo le parti in causa, minando il diritto di una comunità a godere della necessaria coesione sociale. Il pericolo è insomma quello di riferirsi a differenti classificazioni su cui la mediazione agisce (ambito penale, familiare, ecc.), correndo il rischio di scollegare tale strumento dalla dimensione sociale in cui i conflitti urbani si generano: dal contesto in cui le persone vivono, ponendo al centro del processo non il singolo cittadino, ma il sistema; utilizzando lo strumento della mediazione quale mezzo per praticare un trasparente e informale controllo sociale nelle comunità urbane. Al di là della presenza di modelli e di tecniche diverse tra loro, possiamo definire la mediazione come un processo ternario, in cui le parti in causa (mediatori, protagonisti informali, operatori sociali, polizia locale, ecc.) mediante l’applicazione di azioni congiunte e condivise, mirano alla riduzione delle tensioni nell’ottica del raggiungimento di un “compromesso informato”, che supera le comunicazioni basate sull’esclusione, l’intolleranza, e prima ancora sulla violenza. Pertanto, i partecipanti al seminario affronteranno le tematiche del conflitto e la loro costante trasformazione attraverso la sperimentazione di pratiche di mediazione, a partire da casi effettivamente vissuti nel corso della loro esperienza professionale. Dopo una breve trattazione teorica dell’argomento, i corsisti lavoreranno su tematiche prescelte dagli stessi operatori della Polizia Municipale, dei Servizi Sociali; e in raccordo tra entrambi, al fine di sperimentare nei rispettivi Comuni di appartenenza forme di intervento associato.
  30/03/2011 Pensare, progettare e formare alla mediazione oggi, si presenta come un passaggio sempre più indispensabile. Sappiamo che le parole hanno un ruolo determinante nella rappresentazione della realtà e, quindi, di noi stessi. La mediazione è una tecnica così antica che su di essa convergono, spesso erroneamente, molteplici significati interpretativi. Si ritiene importante in questa sede sottolineare che le manifestazioni del conflitto sociale non sono mai una “questione privata”, ma un’espressione che coinvolge tutti e non solo le parti in causa, minando il diritto di una comunità a godere della necessaria coesione sociale. Il pericolo è insomma quello di riferirsi a differenti classificazioni su cui la mediazione agisce (ambito penale, familiare, ecc.), correndo il rischio di scollegare tale strumento dalla dimensione sociale in cui i conflitti urbani si generano: dal contesto in cui le persone vivono, ponendo al centro del processo non il singolo cittadino, ma il sistema; utilizzando lo strumento della mediazione quale mezzo per praticare un trasparente e informale controllo sociale nelle comunità urbane. Al di là della presenza di modelli e di tecniche diverse tra loro, possiamo definire la mediazione come un processo ternario, in cui le parti in causa (mediatori, protagonisti informali, operatori sociali, polizia locale, ecc.) mediante l’applicazione di azioni congiunte e condivise, mirano alla riduzione delle tensioni nell’ottica del raggiungimento di un “compromesso informato”, che supera le comunicazioni basate sull’esclusione, l’intolleranza, e prima ancora sulla violenza. Pertanto, i partecipanti al seminario affronteranno le tematiche del conflitto e la loro costante trasformazione attraverso la sperimentazione di pratiche di mediazione, a partire da casi effettivamente vissuti nel corso della loro esperienza professionale. Dopo una breve trattazione teorica dell’argomento, i corsisti lavoreranno su tematiche prescelte dagli stessi operatori della Polizia Municipale, dei Servizi Sociali; e in raccordo tra entrambi, al fine di sperimentare nei rispettivi Comuni di appartenenza forme di intervento associato.
  31/03/2011 Pensare, progettare e formare alla mediazione oggi, si presenta come un passaggio sempre più indispensabile. Sappiamo che le parole hanno un ruolo determinante nella rappresentazione della realtà e, quindi, di noi stessi. La mediazione è una tecnica così antica che su di essa convergono, spesso erroneamente, molteplici significati interpretativi. Si ritiene importante in questa sede sottolineare che le manifestazioni del conflitto sociale non sono mai una “questione privata”, ma un’espressione che coinvolge tutti e non solo le parti in causa, minando il diritto di una comunità a godere della necessaria coesione sociale. Il pericolo è insomma quello di riferirsi a differenti classificazioni su cui la mediazione agisce (ambito penale, familiare, ecc.), correndo il rischio di scollegare tale strumento dalla dimensione sociale in cui i conflitti urbani si generano: dal contesto in cui le persone vivono, ponendo al centro del processo non il singolo cittadino, ma il sistema; utilizzando lo strumento della mediazione quale mezzo per praticare un trasparente e informale controllo sociale nelle comunità urbane. Al di là della presenza di modelli e di tecniche diverse tra loro, possiamo definire la mediazione come un processo ternario, in cui le parti in causa (mediatori, protagonisti informali, operatori sociali, polizia locale, ecc.) mediante l’applicazione di azioni congiunte e condivise, mirano alla riduzione delle tensioni nell’ottica del raggiungimento di un “compromesso informato”, che supera le comunicazioni basate sull’esclusione, l’intolleranza, e prima ancora sulla violenza. Pertanto, i partecipanti al seminario affronteranno le tematiche del conflitto e la loro costante trasformazione attraverso la sperimentazione di pratiche di mediazione, a partire da casi effettivamente vissuti nel corso della loro esperienza professionale. Dopo una breve trattazione teorica dell’argomento, i corsisti lavoreranno su tematiche prescelte dagli stessi operatori della Polizia Municipale, dei Servizi Sociali; e in raccordo tra entrambi, al fine di sperimentare nei rispettivi Comuni di appartenenza forme di intervento associato.

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